L'intendimento della Camerata era principalmente quello di riportare ai fasti di un tempo lo stile drammatico degli antichi greci. Lo sviluppo della tematica portò, in campo musicale, alla elaborazione di uno stile recitativo in grado di cadenzare la parlata corrente ed il canto. Inizialmente questo stile fu applicato a semplici monodie o intermedi per poi essere applicato a forme compositive più articolate. Il conte Bardi e i suoi amici forse non lo sapevano ma stavano edificando il futuro teatro in musica.
Fra i primi a perseguire gli intenti del cenacolo di musicisti fu Galilei con le musiche del canto dantesco del Conte Ugolino, seguito da Giulio Caccini con le Nuove Musiche (1601) per voce sola e con l'accompagnamento del basso continuo. Lo scopo di riportare in auge la tragedia greca, concretizzato con la Dafne di Peri e l'Euridice di Caccini, si risolverà nel rispetto ligio del "recitar cantando" e in una concezione tanto astratta quanto intellettualistica dell'opera.[1]